Frontone

Il frontone è un elemento architettonico di coronamento tipico dell'architettura classica greca e romana, per lo più di forma triangolare, posto alla sommità di una facciata o di un portico di un edificio.[2][3][4]
I frontoni sono collocati sopra la cornice orizzontale, cioè la parte superiore della trabeazione, spesso sostenuta da colonne.[2] Nell'architettura classica, un frontone triangolare ampio e basso coronava abitualmente il portico di un tempio greco, schema proseguito nei templi romani; grandi frontoni su altri tipi edilizi divennero comuni soprattutto dal Rinascimento in poi.[2] Nei progetti simmetrici, il frontone funge spesso da punto focale e conferisce solennità agli ingressi.[2]
La cornice corre anche sul profilo inclinato del frontone e non solo alla sua base; i lati in risalita sono detti "cornici rampanti".[2] Il timpano è l'area triangolare interna al frontone, spesso decorata con sculture a tutto tondo o a rilievo.[2][5][6] Il timpano può contenere iscrizioni e, in età moderna, anche quadranti di orologi.[7][8]
Le principali varianti formali sono il frontone "centinato" o "a segmento di cerchio", in cui i lati obliqui sono sostituiti da un arco di cerchio;[9] il "frontone spezzato", in cui la cornice è interrotta al vertice;[10] e il "frontone aperto", con interruzione della cornice lungo la base; sia i frontoni triangolari sia quelli centinati possono presentarsi in forma "spezzata" o "aperta".[11]
I frontoni compaiono nell'antica Grecia già alla fine del VII secolo a.C.: un celebre esempio arcaico è il tempio di Artemide a Corcira (Corfù), con grande timpano figurato databile intorno al 580 a.C.[12] I frontoni tornarono poi in largo uso nell'architettura rinascimentale e, successivamente, in stili come il barocco, il neoclassico e la Beaux-Arts, che impiegarono diffusamente anche le varianti centinate, aperte e spezzate.[2][11]
Varianti formali
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1. poligonale ("a spigoli vivi")
2. traforato ("a giorno")
3. curvo/centinato ("a segmento di cerchio")
4. spezzato (apice interrotto)
5. incavato ai rampanti (tipo échancré)
6. doppio frontone (frontoni sovrapposti)
7. ribassato (schiacciato)
8. sovrapposto/sormontato
9. senza ritorni di cornice (sans-retour)
10. triangolare
11. aperto alla base (frontone aperto)
12. a volute / a colli di cigno (broken scroll)
Una variante è il "frontone a segmento di cerchio" (o "curvo"/"ad arco"), in cui la sagoma tradizionalmente triangolare è sostituita da un profilo curvilineo; oltre che a coronamento di facciate, i frontoni si trovano frequentemente anche sopra porte e finestre, mentre il timpano è la superficie interna eventualmente decorata.[13][14] Sia i frontoni triangolari sia quelli a segmento possono presentare forme "spezzate" e "aperte".[14]
Nel "frontone spezzato" la cornice di gronda obliqua non si ricongiunge all'apice, lasciandolo aperto; nel "frontone aperto" l'interruzione è lungo il bordo inferiore orizzontale.[15] La distinzione terminologica fra "spezzato" e "aperto" è consolidata nel lessico specialistico.[15]
Esempi compositivi che combinano frontone spezzato e corpo centrale circolare (thòlos o monoptero) si riscontrano nelle facciate rupestri di El Khasneh al Faroun a Petra (Giordania), in un contesto che fonde tradizioni orientali con l'architettura di matrice ellenistica.[16][17] In tali esempi la trabeazione e il frontone risultano volutamente "spezzati" e arretrati rispetto al piano della parete, soluzione attestata dalla letteratura archeologica su Petra.[17]
Le varianti furono riprese anche nell'architettura manierista, che sperimentò soluzioni come mezzi frontoni o frontoni parziali applicati a porzioni della facciata.[18] Le forme "spezzate"/"a colli di cigno" vennero inoltre applicate all'arredo del Settecento: il profilo "a colli di cigno" (anche detto frontone a volute spezzate) è tipico dei grandi mobili-cassettone e librerie ed è direttamente collegato ai modelli diffusi da Thomas Chippendale.[19][20] In ambito nordamericano, la variante "a colli di cigno"/"spezzata" è attestata in portali storici.[21]
Storia
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Epoca classica
[modifica | modifica wikitesto]Il frontone è attestato nei templi della Grecia classica e, per tradizione e riprese storiche, in ambito etrusco, romano, rinascimentale, barocco, rococò e neoclassico, nonché nell'architettura Beaux-Arts.[2] I templi greci, generalmente a pianta rettangolare, presentavano di norma un frontone a ciascuna testata, mentre i templi romani, come le successive riprese storiche, spesso ne ebbero uno solo a segnare l'intera larghezza della facciata principale.[2] L'esempio più celebre dello schema greco è il Partenone, con i due timpani riempiti da grandi gruppi scultorei.[22] Un esempio estremo ma molto influente dell'impostazione romana è il Pantheon di Roma, dove un portico con frontone introduce a un'aula circolare.[23][3]

Nell'antica Roma, nel Rinascimento e nelle successive riprese, piccoli frontoni (più frequentemente detti timpani) vennero impiegati anche come elementi non strutturali sopra finestre, porte ed edicole, con funzione protettiva oltre che decorativa.[24] Dal V secolo i frontoni compaiono anche su monumenti funerari e, più tardi, su oggetti non architettonici come i sarcofagi.[25]
In età ellenistica il frontone fu impiegato con maggiore libertà compositiva e su una gamma più ampia di edifici, soprattutto fuori dalla Grecia, con soluzioni di derivazione alessandrina diffuse nel Levante; la facciata di El Khasneh al Faroun a Petra (Giordania) ne è l'esempio più celebre, con frontone spezzato e thòlos centrale di ascendenza alessandrina.[26][27]
La monumentale Porta del mercato di Mileto fu eretta intorno al 100 d.C. come fastoso varco tra due piazze della città e oggi è ricostruita ed esposta al Pergamonmuseum di Berlino.[28]
L'Arco di Settimio Severo a Leptis Magna presenta su ciascuna faccia soluzioni decorative con piccoli frontoni spezzati entro un programma figurativo estremamente ricco, nel quadro di una cultura artistica che recepisce influssi africani ed orientali.[29][30]
L'Arco di Augusto a Rimini (27 a.C.) è una porta urbica posta al termine della via Flaminia e presenta in facciata un frontone triangolare basso; il monumento, in pietra d'Istria, è tra i più antichi archi onorari conservati nell'Italia settentrionale.[31][32]
- Grecia antica: frontone occidentale del tempio di Artemide a Corcira (Corfù), ca. 580 a.C., Museo archeologico di Corfù, Corfù
- Grecia antica: fronte occidentale del tempio di Atena (Paestum), ca. 500 a.C.
- Ricostruzione della facciata del Tempio di Afaia a Egina, con il frontone, ca. 500 a.C.
- Ricostruzione della facciata del tempio di Zeus, Olimpia, ca. 472–456 a.C.
- Ricostruzione della facciata del tempio di Zeus Ellenio ad Egina con la policromia antica; disegno di Charles Garnier, 1852
- Una delle poche sezioni scultoree del frontone del Partenone ancora in situ
- Illustrazioni dei due frontoni del Partenone, James Stuart e Nicholas Revett, 1794
- Frontone romano dell'Arco di Augusto, Rimini
- Mascherone con tralci in un frontone a segmento della Biblioteca di Celso, Efeso, ca. 110 d.C.
- Frontone romano su un'urna funeraria, marmo, Terme di Diocleziano, Roma
- Frontone tardo romano-primo bizantino sul Missorio di Teodosio I, 388, argento, Real Academia de la Historia, Madrid
Medioevo
[modifica | modifica wikitesto]Nell'architettura carolingia e in quella romanica i coronamenti a timpano coincidono per lo più con i semplici spioventi di facciata, paralleli alle falde e conclusi da copertine lapidee, con scarsa enfasi alla cornice di contorno.[33] Nell'architettura gotica si impiegano coronamenti molto acuti soprattutto sopra portali e finestre; spesso sono impostati su un arco a sesto acuto e l'elemento orizzontale inferiore risulta poco marcato o assente, mentre la letteratura specialistica li descrive come "frontoncino" o "cimasa a capanna" e segnala la presenza di "gocciolatoio" a protezione dell'arco.[34][35][36] Dal Rinascimento in poi, con il recupero del lessico classico, il frontone torna come elemento di facciata talora svincolato dalla pendenza del tetto retrostante.[37]
- Ingresso del Castel del Monte, Puglia, 1240 ca.
Rinascimento, Barocco e Rococò
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Quando i frontoni triangolari di gusto classico rientrarono nell'architettura rinascimentale italiana, furono spesso impiegati a coronamento di facciate sostanzialmente piane, con elementi addossati piuttosto che con portici colonnati a tutto tondo; Leon Battista Alberti applicò questo linguaggio in più chiese, tra cui il Tempio Malatestiano (anni 1450, incompiuto), la Basilica di Santa Maria Novella (fino al 1470), San Sebastiano a Mantova (incompiuta negli anni 1470), la Basilica di Sant'Andrea a Mantova (iniziata nel 1472) e il Duomo di Pienza (circa 1460), dove il progetto è probabilmente suo.[39] In opere come Santa Maria Novella e Sant'Agostino si affermò il comune schema "a tre zone", con grandi volute laterali nel registro mediano a raccordare le altezze.[40][37]
Secondo Andrea Palladio la facciata di San Giorgio Maggiore a Venezia sovrappone due "fronti di tempio" di diversa scala, adeguandosi alla maggiore altezza della navata rispetto alle navate laterali; lo stesso motivo ricorre in alcune ville palladiane, la più importante delle quali è Villa Almerico Capra detta "La Rotonda" con i suoi quattro pronai sporgenti, contribuendo alla diffusione del "fronte di tempio" nell'architettura residenziale.[41] In ambito urbano, Palladio riservò il fronte templare soprattutto alle chiese, distinzione che nel barocco e soprattutto fuori d'Italia fu spesso abbandonata.[37]
Il primo uso sistematico dei frontoni sopra le finestre nel Rinascimento si ebbe nel Palazzo Bartolini Salimbeni a Firenze, completato nel 1523 da Baccio d'Agnolo: Giorgio Vasari riferisce che l'innovazione fu dapprima derisa e poi ammirata e largamente imitata.[42][43]
- La Rotonda (Villa Almerico Capra) di Andrea Palladio
- Basilica di San Giorgio Maggiore, Venezia, di Andrea Palladio, iniziata nel 1566
- Facciata della Basilica di Santa Maria del Popolo, Roma, anni 1470, con semi-frontoni al livello mediano di Bernini
- Palazzo Bartolini Salimbeni, Firenze, 1523, con prime finestre rinascimentali con timpani
- Frontone barocco del Pavillon Saint-Germain-l'Auxerrois, parte del Palazzo del Louvre, Parigi, XVII secolo
- Frontone barocco del Palazzo dei Duchi di Borgogna, Digione, di Daniel Gittard su Jules Hardouin-Mansart, 1682-1689
- Cartiglio barocco e frontoni sull'altare di Luigi Gonzaga alla chiesa di Sant'Ignazio, Roma, Pierre Le Gros il Giovane, 1697-1699
Dal 1750 all'Art déco
[modifica | modifica wikitesto]I frontoni divennero molto comuni sulle facciate principali delle residenze di campagna inglesi e, più in generale, nell'Europa settentrionale; potevano sovrastare un portico con colonne oppure essere applicati come decorazione a una facciata sostanzialmente piana.[2] In Inghilterra, quando il timpano presentava sculture, era spesso occupato da uno stemma.[44][45][46]
Con l'architettura neoclassica si tornò a modelli antichi "più puri", privilegiando frontoni triangolari e, quando il budget lo permetteva, grandi programmi scultorei entro il timpano.[2] Nell'Ottocento, con gli storicismi e l'eclettismo, ripresero soluzioni più libere; nelle esperienze di Beaux-Arts si diffusero ampi frontoni curvi e spezzati con ricchi apparati plastici, come dimostrano i grandi complessi parigini dell'epoca.[47]
Il "fronte di tempio", con colonnato e frontone, si impose per edifici pubblici rappresentativi come borse, banche di emissione, tribunali, parlamenti e musei; esempi sono la Royal Exchange di Londra (facciata con portico e frontone), la sede della Bank of England con scultura nel timpano, nonché palazzi di giustizia ottocenteschi con frontone timpanato sull'ingresso.[48][49][50]
- Stile Luigi XVI: frontone con putto del Théâtre de la Reine, parte del Petit Trianon, arch. Richard Mique, ca. 1780[51]
- Stile Luigi XVI: frontone del Belvedere del Petit Trianon, arch. Richard Mique, completato nel 1781[52]
- Neoclassico: frontone della chiesa di Saint-Vincent-de-Paul, Parigi, arch. Jacques Ignace Hittorff, 1830–1846[53]
- Beaux-Arts: frontone con sculture sulla facciata del Palais Garnier, Parigi, arch. Charles Garnier, 1861–1875[55]
- Neoclassico: frontone dell'Alte Nationalgalerie, Berlino, arch. Friedrich August Stüler ed Heinrich Strack, 1865–1869[56]
- Neoclassico: frontone con acroteri di un portale del Musée d'histoire naturelle - Guimet, Lione, arch. Jules Chatron, 1879[57]
- Neorinascimentale: frontone dell'Hôtel de la Caisse d'épargne, Digione, arch. Arthur Chaudouet, 1889–1890
- Art déco: frontone della Casa Mihai Zisman (Calea Călărașilor n. 44), Bucarest, arch. Soru, 1920[59]
- Frontone Art déco del Carrefour Curie (Quai de Conti n. 1-3), Parigi, arch. Joseph Marrast e Charles Letrosne, 1932[59]
Riletture postmoderne
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Il postmodernismo fu un movimento che mise in discussione il modernismo del Secondo dopoguerra, promuovendo il reimpiego consapevole di elementi storici all'interno di nuovi progetti, con enfasi su pluralità, contesto urbano, citazioni e simboli.[62] Un testo precoce e influente fu il saggio di Robert Venturi Complessità e contraddizioni nell'architettura (Complexity and Contradiction in Architecture), pubblicato nel 1966 dal Museum of Modern Art di New York.[63] Venturi vi sostenne un'architettura "inclusiva, ricca e ambigua", opponendosi al purismo modernista.[64] In un comunicato del MoMA legato al libro, lo stesso Venturi affermava di preferire elementi "ibridi piuttosto che "puri", compromissori piuttosto che "puliti".[65]
Venturi incoraggiò la "citazione", ossia il riuso controllato di motivi storici in chiave contemporanea; nelle opere postmoderne molti progettisti inserirono reinterpretazioni semplificate del timpano classico come segni scenografici.[62] In particolare nell'architettura per uffici, tale approccio fu spesso criticato come "superficiale estetica del design commerciale".[66]
Nel 1981-1984 Philip Johnson realizzò a Manhattan il grattacielo poi noto come 550 Madison Avenue, la cui sommità con riferimento al mobilio Chippendale rese il frontone un emblema postmoderno sulla skyline di New York.[67] Un'interpretazione affine fu la londinese Marco Polo House a Battersea, progettata da Ian Pollard alla fine degli anni ottanta e poi oggetto di consenso alla demolizione negli anni successivi.[68][69]
- Boutique "Schullin II", Vienna, di Hans Hollein (anni 1980)
- Isle of Dogs Pumping Station, Londra
- Marco Polo House, Londra
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ↑ (FR) Architecture d'un sanctuaire métropolitain, su La Madeleine, paroisse de Paris. URL consultato il 30 novembre 2025.
- 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 (EN) Pediment, su Encyclopaedia Britannica. URL consultato il 30 novembre 2025.
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- ↑ (EN) Tympanum, su Encyclopaedia Britannica. URL consultato il 30 novembre 2025.
- ↑ Timpano, su Treccani – Enciclopedia on line. URL consultato il 1º dicembre 2025.«La superficie racchiusa entro la cornice del frontone [...] Sebbene il termine t. sia spesso usato in luogo di frontone [...] il t. ne indica lo spazio interno»
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- ↑ (EN) Post-Modern Architecture (IHA), p. 6 (sezione sulla ricezione), su Historic England, 15 dicembre 2017. URL consultato il 30 novembre 2025.
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Bibliografia
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Voci correlate
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- frontone, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) pediment, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Timpano, su Treccani – Enciclopedia on line.
| Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 27194 · LCCN (EN) sh85099201 · BNF (FR) cb120009765 (data) · J9U (EN, HE) 987007531680005171 |
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