Garuḍa

Garuḍa (devanāgarī: गरुड़; anche Garuda), è, nell'induismo, e più in generale nelle culture religiose orientali, il divino capostipite della stirpe degli uccelli. Viene partorito come uovo da Vinata.
Come divinità, è associato alla forza e alla vigilanza. È raffigurato sia in una forma zoomorfa (un uccello gigante con ali parzialmente aperte) che in una forma antropomorfa (un uomo con ali e alcune caratteristiche ornitiche). Garuda è generalmente rappresentato come una divinità protettrice, con il potere di viaggiare rapidamente ovunque, sempre vigile e nemico giurato dei serpenti.[1][2][3]
Nome
[modifica | modifica wikitesto]Il nome sanscrito Garuḍa viene reso così nelle altre lingue orientali:
- cinese: 迦樓羅, Jiālóuluó;
- coreano: 가루다 Garuda, Karuda;
- giapponese: 迦樓羅 Karura;
- tailandese: ครุฑ Krut;
- vietnamita: Garuda, Ca-câu-la.
Per Alain Daniélou il nome di Garuḍa conserva la sua origine nella radice sanscrita gṛ="parlare"[4] (anche Uṇādisūtra, IV, 155), in tal senso Garuḍa rappresenterebbe le formule ermetiche e magiche dei Veda, grazie alle quali l'uomo può volare, ovvero innalzarsi verso i cieli divini.
Attestazioni
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Nei Veda appare il nome di Garutmat, connesso all'espressione di suparṇa (dalle ali bellissime), volendo indicare un uccello o il sole alato (ad es.: Ṛgveda, I, 164, 46; X, 149, 3).
Nel Mahābhārata (ad es. in I, 33, 24 e V, 112, 1) Garuḍa viene espressamente indicato con il nome vedico di Garutman.
Il Matsya Purāṇa (256) ricorda come i Veda sono l'uccello che trasporta il signore dei sacrifici, Viṣṇu; quindi il suono dei sacrifici è il corpo di questo uccello (257).
La sua importanza nella religione induista può essere compresa dal fatto che un'Upaniṣad indipendente, la Garudopanishada, e un Purāṇa, il Garuḍa Purāṇa, sono dedicati a lui. Garuḍa è noto con molti altri nomi: Chirada, Gaganeshvara, Kamayusha, Kashyapi, Khageshvara, Nagantaka, Sitanana, Sudhahara, Suparna, Takshya, Vainateya, Viṣṇuratha e altri ancora.
Nei Veda è presente il più antico riferimento a Garuḍa, con il nome Shyena, laddove si dice che questo maestoso uccello avrebbe portato il nettare degli dei (amrit) sulla Terra dal Cielo; i Purāṇa, molto successivi, riferiscono lo stesso di Garuḍa, indicando che Shyena e Garuḍa siano la stessa divinità (o lo siano diventate nel tempo).
Una delle facce dello Śrī Panchamukha ("cinque facce", metamorfosi di Hanumat) è Mahavira Garuḍa, rivolta ad occidente. Si crede che pregando Garuḍa sia possibile curare gli effetti del veleno.
Nel Buddhismo
[modifica | modifica wikitesto]Nella mitologia buddista, i garuḍa sono una razza divina di uomini-uccello, nemici dei naga, cui danno la caccia. Nel Mahasamyatta Sutta, si narra che Buddha abbia ottenuto una pace tra naga e garuda.[1]
Araldica
[modifica | modifica wikitesto]Una versione di Garuda appare negli stemmi araldici della Thailandia e dell'Indonesia. Il Garuda tailandese è reso in uno stile antropomorfo più tradizionale, mentre quello indonesiano è reso in stile araldico con tratti simili all'aquila di Giava.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- 1 2 Robert E. Buswell Jr. e Donald S. Lopez Jr., The Princeton Dictionary of Buddhism, Princeton University Press, 2013, pp. 314–315, ISBN 978-1-4008-4805-8.
- ↑ T. A. Gopinatha Rao, Elements of Hindu iconography, Motilal Banarsidass, 1993, pp. 285–287, ISBN 978-81-208-0878-2. URL consultato il 7 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2023).
- ↑ Thomas E. Donaldson, The iconography of Vaiṣṇava images in Orissa, DK Printworld, 2001, pp. 253–259, ISBN 978-81-246-0173-0. URL consultato il 7 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2023).
- ↑ Alain Daniélou, The Myths and Gods of India, nota 3 p.160
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Garuda, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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